03/01/18

Metodo di lavoro




Sarebbe dunque così: prima ci sono tanti frammenti sparsi che se ne vanno a spasso ciascuno per conto proprio, poi si trova un accenno di inizio, un tono, anche se ancora non ben definito nei suoi termini; poi arriva qualcuno di questi termini che fanno suonare quel primo tono astratto mentre i frammenti cominciano a muoversi e a avvicinarsi, mettersi in sequenza e suggerire un percorso, di modo che si può rivedere e provare a sistemare, a tre o quattro riprese, la nebulosa dei frammenti; successivamente, dopo un intervallo variabile ma sempre un po’ doloroso, arriva l'idea di come si potrebbe anche finire, vaga però, incerta; poi all'improvviso arrivano delle frasi finali vere e proprie, buone, anche se non è detto che siano esattamente quelle che resteranno; questo permettere di definire alcuni percorsi che portano a risistemare i frammenti, tagliare e accostare, due o tre volte ancora; alla fine escono anche i pezzi, le cuciture e l'impalcatura che mancavano o erano ancora allo stato di abbozzo, e pian piano si arriva alla fine. Si guarda minuziosamente il tutto e si lascia lì per qualche giorno, o settimana o mese, a seconda. Allora si torna sull'insieme, si guarda e sistema tutto di nuovo con la massima attenzione e acribia, e infine si decide che non ne valeva la pena e si getta via tutto.


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