13/10/17

Ricordi di copertura 6 . Convegno psicanalisi e arte, o qualcosa del genere, metà anni '70



e un’altra cosa che mi è venuta in mente, così di botto (in questo periodo mi tornano in mente le cose, in altri, e lunghi anche, no), è quella volta a un convegno che ero seduto a fianco di un tizio con i capelli ricci e il muso largo e un po’ incartato, e mentre teneva la sua relazione un noto psicanalista, Serge Leclaire mi pare, io ho parlato tutto il tempo con lui facendo lo spiritoso e sparando giudizi a raffica che lui mostrava di condividere e anzi riprendeva o rilanciava dal canto suo, e io avevo non so 24-25 anni, o poco più, e mi sembrava, come a volte mi capitava allora, e poi mai più, mai più…, di aver capito tutto, o di essere in grado di capire tutto in poco tempo, subito anzi, meglio ancora: ancor prima che qualsiasi cosa fosse detta o fatta o capitata, e parlavamo sottovoce naturalmente, e naturalmente in francese, eh be’ ça va sans dire, e sembravamo due compagni venuti lì assieme, o così avrebbe creduto chi ci vedeva, con quest’uomo che forse giovane non era ma così sembrava, con quell’aria intelligente e sbarazzina, ma poi, finito l’intervento di Leclaire che tra l’altro seguivamo anche, e così male non era nonostante le nostre ironie, o forse sarcasmi, no, sarcasmi non credo, ma può essere data l’età, la mia intendo, la mia saccenteria, ho visto che molta gente veniva verso di noi e salutava il mio vicino, con deferenza alcuni, anche, e persone anche che erano già intervenute al convegno, personaggi noti nell’ambiente, e magari anche fuori, tutti seri, si avvicinavano con passo prudente, ossequioso, e lui, anche lui rispondeva sempre cortese, e anche serio, a parte quella patina birichina, o un po’ furfantesca, che a me pareva indiscutibile, e forse non era, non so, mentre io guardavo tutto questo corteo e un po’ mi stupivo, poi lui si è alzato e mi ha salutato con un bel sorriso e è andato verso il tavolo dei conferenzieri e lì ho scoperto che era Guattari.
(e io non mi sono sentito un cretino, ma dopo un po' sì, senza capire perché... poi ancora no, però..., poi, ora, sorrido.)


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