03/10/16

Posso dirlo?



C'è questa persona, non so se mi è lecito specificare il sesso, ammesso che sia definito (ma perché poi non dovrebbe esserlo?), che non si può assolutamente dire alta, né snella peraltro, proprio no, dai lineamenti di regolarità un po' diversa dal comune, le orecchie leggermente aperte verso l'esterno, protese verso l'infinito mondo sonoro, gli occhi che, per non perdere nulla, indagano contemporaneamente direzioni diverse, i capelli sottilissimi, non volgarmente numerosi, che partono dalla nuca, e solo da lì, per scendere verso le pieghe di un collo imponente, a tre piani, da cui si diramano, senza soluzione di continuità, una spalla ad angolo retto, piatta, e un'altra un po' curva, nei due sensi, verso il braccio e dietro la scapola, a formare come un principio di ala, l'inizio di una metamorfosi angelica, mentre il petto è compresso in altezza e amplissimo in larghezza come da una esuberanza vitale incontenibile, che preme anche sul bacino e sulle gambe inducendo le ginocchia a un perfetto arco in direzione opposta ai piedi che si guardano l'un altro, come innamorati, fino a baciarsi, appunto come degli innamorati... ecc.
Ma non so: posso dire alta? e snella? e regolarità non è un po' uno sminuire? o quanto meno un appiattire, un massificare? e accennare al sesso, anche solo nel senso di genere, è decoroso? genere? e cos’è il genere? c’è mai “un” genere? oggi poi! e la fronte intonsa, che ne dirà per essere stata sorvolata o accennata solo in modo implicito? il peso è un fatto che è opportuno specificare? l'altezza, su che parametri va definita, relativa com'è? Ci sono parole neutre (Blanchot a parte)? E vale la pena scrivere o dire anche una sola parola, se non si è e non si intende essere Blanchot o altre figure come cominciano con B. (o con D.) e dal momento che tutte (le parole, dico), senza eccezione, sono colpevoli?
E B. o D. come reagiranno? L'ultima cosa che vorrei, tanto li ammiro, è offenderli, o anche solo deluderli. Cosa diranno mai?
(Niente, niente... tranquillo, sono tutti morti.)



1 -  Emilio Isgrò, Enciclopedia Treccani, Volume XX, 1970
2 - Emilio Isgrò, Telex, 1973 

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