15/06/16

Folaghe



Le folaghe sono sgraziate, pesanti quando si alzano in volo, che si ha sempre paura che non ce la facciano a restare in aria e caschino in acqua. Anche quando nuotano sono poco fluide, con la testolina e il collo che scattano in avanti a ogni movimento, come in un ballo di molti anni fa: un movimento "egizio". (Non come le anatre! Ieri ho visto una coppia nel canale, vicino a riva, dove la corrente era fiacca e l'acqua trasparente, che faceva il moonwalking meglio di Michael Jackson.)
Ma sono simpatiche lo stesso. Mi ricordo, il giorno del mio sessantesimo compleanno che ero in giro da solo con il crapone giù e l'aria conseguente, la covata appena nata che attraversava la pozza dell'Adda vecchia, con le piume schizzate in ogni direzione come i capelli gellati dei punk, e il ritardatario che rincorreva trafelato come nei cartoni animati il gruppo dei fratellini ormai approdato al canneto sull'altra riva, mentre la mamma vi era già sparita in tutta fretta, incurante, quasi a scrollarseli tutti di dosso. Ma come? sono appena nati! Niente; che ci pensino loro a seguirmi, io ho da fare. Per forza che poi scambiano fischi per fiaschi! La storia dell'imprinting non gliel'ha insegnata nessuno a quella sventata? No, deve becchettare da qualche parte con le sue amiche, lei, e al minimo movimento sospetto correre in acqua a perdifiato, sculettando. E poi via, nel folto! Sparire!



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