19/10/15

Sembrava contenta



Mentre camminavo lungo l’alzaia del naviglio stamattina presto, nel silenzio più totale, rotto soltanto, per un po’, da una coppia di passeri lillipuziani che si cantavano a gola spiegata, forse per la primissima volta tanto sembravano loro stessi sorpresi, la loro mutua adorazione, ho visto venirmi incontro la sorella di I., morta da dieci anni.
Indossava dei pantaloni comodi e una giacchetta di discreta fattura, chiusa, sotto la quale si intravedeva una comune maglietta a girocollo rossa, e camminava con passo elastico e tranquillo. Mi ha riconosciuto anche lei quasi subito, nonostante il cappello calcato fino alle sopracciglia, e mi ha fatto un cenno con la mano già da lontano.
Mentre si avvicinava ho notato che aveva la pelle del volto più liscia, di un bel colore roseo uniforme, senza le solite screpolature e gli arrossamenti delle reti di venuzze esplose a causa dell’alcol che le dava il calore indispensabile al lavoro all’aperto nelle stagioni fredde, e a tutto il resto, ogni volta che ne sentiva il bisogno. La bocca aveva perso la stortura simile a un ghigno, anche se non cattivo, che le era rimasta da una leggera trombosi e si era distesa, a parte una lievissima piega sopravvissuta si direbbe in memoriam, in un morbido sorriso. I capelli erano meno stopposi e con un taglio che si addiceva ai suoi tratti spigolosi. Bella non era diventata, ma gradevole sì, tenuto conto dell’età.
Mi ha salutato lei per prima e mi ha chiesto come stavo. “Bene!”, le ho risposto nascondendo la sorpresa. Non eravamo mai stati in confidenza. “E tu?” “Sì, sì, sto bene anch’io. I dolori mi sono passati quasi tutti; l’artrite è sparita e è da un po’ che non faccio più coliche. Vieni spesso a passeggiare qui?” “Sì, in genere a quest’ora…”, le ho detto, e prima che potessi continuare: “anch’io!”, ha quasi urlato lei, come chi è abituato a parlare in corsa, o da lontano. Poi, scemando progressivamente la voce fino a ridurla a un’esalazione: “ma allora com’è che non ti ho mai incontrato prima?”, ha continuato. “Sai, ultimamente ho avuto qualche problemino, e poi la le piogge, gli impegni… ho diradato un po’ e variato gli orari… ma ora riprenderò la routine di sempre…” “Beh, allora ci troveremo ancora!” “Certo!”, le ho detto, e l’ho salutata come avessi fretta di ripartire, mentre una coppia di giovani atleti ci sfrecciava accanto, piegando la testa dalla nostra parte con gli occhi limpidi e la bocca che sorrideva.
Mi ha salutato anche lei e si è messa a trotterellare agile nella scia dei due corridori. Io ho ripreso la passeggiata con la mia normale andatura senza mai voltarmi. Sembrava contenta.


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