14/11/14

Non sono stato abbandonato in un cassonetto (Ricordi di copertura)



Non sono stato abbandonato in un cassonetto appena nato; mia madre non è morta in un incidente stradale il giorno del mio settimo compleanno; ogni volta che usciva a prendere le sigarette, mio padre tornava puntualmente a casa; alle elementari ero il cocco della maestra e naturalmente il primo della classe, anche senza dannarmi a studiare; a calcio ero il capitano della squadra e ho esordito in prima squadra prima dei sedici anni, usando la carta di identità di un altro; gli affari di famiglia, anche dal punto di vista economico, sono andati sempre di bene in meglio, almeno per quanto ne capivo; ho cominciato a girare in machina, e poi per il mondo, ben prima dell’età regolamentare; tutti mi dicevano che ero un bel bambino, e difatti lo ero, e oltretutto la natura mi ha beneficiato di un carattere permanentemente allegro e di una voglia di vivere che non conosce cedimenti: per forza che ogni minima imperfezione nel tessuto dell’universo mi appare intollerabile come un’offesa personale, insensata, maligna e immeritata. Come si permette?

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